Grazie Vittorio per la tua testimonianza.
Stavo riflettendo alle tue considerazioni oltre a quelle di Ale.
Molti scrivono che il Trading si regge su tre pilastri:
Atteggiamento mentale, Tecnica Operativa e Risk Management
L'
atteggiamento mentale mi è sempre parsa una definizione un po' aleatoria o impalpabile, o quantomeno difficilmente misurabile o trasferibile. Anche se poi da questa dipendono la corretta applicazione degli altri 2 campi: la gestione del proprio conto e il corretto approccio operativo.
Il tener conto delle proprie operazioni è un ottimo strumento, che permette di avere coscienza di quello che si è fatto, di scoprire che tipo di errori tendiamo a fare.
Un altro strumento è il trading plan, ovvero la pianificazione dell'operazione in cui si si definisce a priori ingresso, stop e target eventuali piani B, C o D, in caso si presentino diverse situazioni per le quali avremo già pianificato gli aggiustamenti o le contromosse più idonee.
Queste due pratiche unite a motivazione e attenzione, sono secondo molti autori, i mezzi per poter superare i nostri limiti e migliorare nel trading.
E posso confermare dalla mia esperienza, per quello che vale, che sono strumenti molto validi.
Quando leggevo in vari libri, della motivazione, mi chiedevo se questa fosse parte di quell'atteggiamento mentale, o invece fosse più riconducibile ad una forma di energia che ci alimenta e ci fa sopportare fallimenti, errori, e periodi di scarso successo, fino a portare un individuo a raggiungere i suoi obiettivi. Non ha molta importanza ai fini pratici, ma la curiosità rimane.
L'attenzione o concentrazione è il fuoco che permette a quella motivazione, di tradursi in pratica. Un grossa concentrazione e un attenzione dei minimi dettagli, così come del disegno globale, permette di conseguire gli obiettivi che si sono prefissati. Questi due aspetti sono essenziali per qualsiasi disciplina si voglia apprendere o padroneggiare. Ma per poter esprimere attenzione o sviluppare un concentrazione molto elevata è necessaria una condizione di fondo essenziale.
Quello che non sapevo fino a qualche giorno fa (vedi le coincidenze!), è che l'attenzione e la concentrazione è sviluppata in un area del cervello del lobo pre-frontale dell'emisfero sinistro. Se viviamo un attività sotto stress, sotto l'influenza della paura, dell'incertezza, della disperazione e di altri stati d'animo negativi, si produce un ormone (il cortisolo), nella parte più interna del cervello, che di fatto sottrae irrorazione sanguigna all'area cerebrale deputata all'attenzione, la percezione e la concentrazione.
Uno stato di serenità, tranquillità, fiducia, armonia interna, viceversa potenzia l'attività di quell'area aumentando le nostre capacità percettive. Questo stato è quello che ci permette di crescere, in quanto i nostri limiti vengono allargati.
Questa è la condizione di fondo necessaria.
Non ricordo più chi, ho sentito dire, che quando era al monitor e sentiva crescere in lui rabbia, contrarietà, o altre emozioni di questo tipo, spegneva immediatamente il computer. Per aver tempo di calmarsi e recuperare la serenità.
Quando Vittorio parla di riuscire a mettere lo stop serenamente, testimonia proprio questo processo fisiologico. O quando dicevo che quando ero sotto stress sbagliavo il timing di ingressi ed uscite, percependo una realtà che era tutta nella mia testa, ecco che la spiegazione.
Ovviamente in uno scambio di post non si può scrivere e completare l'argomento, sui quali esistono molti testi. Ci sono indicazioni, sul linguaggio da usare, sulla postura da assumere, sulle domande che dobbiamo porci, sulla respirazione, sulla gestione delle tensioni e della pressione, etc. etc.
Una cosa che ignoro e che non saprei come aiutare, è il come far correre i profitti.
Quando iniziai a fare trading, un po' di anni fa, ovviamente facevo tutti gli errori possibili immaginabili. Durante il periodo della bolla dei titoli legati a Internet e alla tecnologia ricordo che uscivo dalle operazioni e dopo qualche seduta mi mangiavo le mani, perchè l'operazione avrebbe reso profitti X-volte superiori, mentre io avevo fatto % minime. Poi smisi di fare trading per qualche anno.
Quando ho ricominciato 2-3 anni fa, con le opzioni prima, e poi con le commodities, mi sono accorto che questo problema era sparito da sé. A volte succede il contrario, che non liquido e mi faccio rimangiare il profitto! Non ci facciamo mancare nulla.
Non so se è qualcosa legato all'analisi dei grafici, sul concetto del profitto in termini simbolici e non monetari, o a qualcosa legato alla sfera interiore, o a una combinazione di questi. Ci penso spesso, e sinceramente non trovo una risposta univoca.
Volendo non saprei come aiutare su questo aspetto.
A naso mi viene da suggerire che la cosa più utile per arrivare a far correre i profitti è avere un piano di trading ben costruito, e utilizzare capitali molto bassi.
Ma è un suggerimento che mi viene dalla logica, e non direttamente dall'esperienza. Sorry!
Peace and Love! ..... and Trading!