Un buon post inizia dal titolo, che deve essere chiaro e immediato... e non aprite nuovi Topics se ne esiste già uno recente sullo stesso argomento... anche in questo Forum le regole sono poche (ma buone).
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ARGOMENTO:

Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4747

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Buongiorno
è l'ultimo giorno borsistico dell'anno, e periodo di bilanci.
Sottopongo un articolo, che trovo interessante, sul percorso che ogni Trader o aspirante tale si trova ad affrontare. Ognuno può avere delle convinzioni o delle idee rispettabilissime, anche se molto diverse su cosa sia importante e necessario per fare Trading (tecnica, atteggiamento mentale, capacità analitica, ecc).
Non credo che esista una sola ed unica verità, ma che esistano delle fasi caratterizzate da atteggiamenti assai diverse tra loro, in cui in molti facciamo gli stessi errori o ci comportiamo in maniera simile.
Di questo sono convinto, anche se ognuno ha il suo background, i suoi tempi, le sue caratteristiche individuali.


Trading Psychology 101
by Reality Trader

This is one of those neverending debates among newer traders - role of psychology in trading. Some claim it's all there is to trading. Some argue it's nothing but red herring, and one just needs to follow his signals (system, indicators, whatever one fancies) and no psychobabble will ever be needed. Yet some say psychology is important and assign some
weight to it - "80% of trading is psychology"... or 95%... Not sure how they measure it, I personally like 76.364%.

Two things must be said about this.

First, we all are different. Some simply cannot change their behavior and, no matter what system they are given, they just can't follow it. Their personality takes over pushing them into all kinds of trading No-No's. They can't enter when entry signal comes in; they don't apply stops when the trade fails; they take profits too soon or never.
Then there are others who don't seem to be influenced by their inner workings; they just see the light and follow it. Obviously, the role of psychology will be drastically different for those two types.

Second, and most significant for most of us: We go through different stages in our learning curve. As far as trading psychology is concerned, I can clearly see three stages common for the most traders.

First stage is total ignoring or underappreciation of this aspect of trading. By ignorance, by arrogance or for whatever else reason, a trader doesn't give it much thoughts while focusing on technical side of trading.

Second stage is acknowledgment. Running into troubles with their inner gear, reading books or listening to others, traders become aware of the ways their personality interferes with their trading. They have met the enemy.

Finally, third stage is dismissal of psychology again. Maybe dismissal is not the right word but that's how it feels for it's (psychology as a subject of thoughts) no longer needed. At this stage focusing on it becomes unneeded as a trader overcomes his inner barriers, changes himself, learns to behave in a right way - and this correct behavior becomes second nature. Just as learning to swim you stop thinking of how to move when swimming, in the same way you stop giving time and thoughts to psychology of your trading again - seemingly returning to a first stage, although it's obviously another level you reach. You simply mastered it and stopped thinking about it - just as learning to drive you stop thinking of switching gears, turning the wheel or pushing the pedals.

It's important to understand that this third stage exists and make it your target to achieve it. Too many traders simply get stuck at the second stage - they think of it all the time, they make it their point of focus to such degree and for so long that they just can't seem to get out of it. Their development stops, they become locked in this endless inner digging - means become the end. There is no need to rush through the second stage but to get stuck in it forever is no fun either.

In the following articles we will go over each of those three stages a bit deeper - and make one step beyond that, defining a fourth stage which I don't want to define before we are done with first three. If you are lucky to belong to that second type that needs no stinkin' psychology, skip these series but do check out that fourth stage for it's the highest craftsmanship of this side of trading.

To conclude the series, we are going to go over some particular and very common problems traders tend to have and show what causes them. We are going to keep it strictly practical - no academic stuff, only the things with which every trader will identify.



Personalmente ho avuto un periodo a inizio anno in cui ogni cosa facessi (o quasi), portava il conto a ridursi e si è ridotto di percentuali a doppia cifra!
Ora a posteriori, ho una visione abbastanza distaccata e fredda, che mi permette di capire che all'origine di quei 3 mesi esisteva uno stato di tensione interiore, legata a incertezze del mio lavoro e delle conseguenze sul futuro immediato, e in qualche modo il trading era vissuto come se dovesse riscattare quelle incertezze e dovesse produrre "rapidamente" una soluzione economica alternativa. Per cui la parte di analisi e selezione delle operazioni è stata forzata, per poter fare più operazioni ( anche più speculative e con strumenti meno tranquilli), cosa che ha prodotto i risultati opposti a quelli prefissati.
Successivamente, dopo aver allontanato quella componente di pressione e "presunzione", ha permesso che potessi recuperare una tranquillità o serenità mentale, che si è tradotta con maggior pazienza, capacità selettiva, e distacco emotivo da grafici e andamenti dei mercati. Non è stato qualcosa di immediato e netto. Anzi. Ma i risultati sono venuti poco alla volta. Il processo è tuttora in atto, lavorando su errori, su atteggiamenti e comportamenti, che producevano operazioni (e producono), che andavano fatte o condotte in maniera diversa.

Come dice l'articolo sopra se si riconosce il "nemico", allora lo si può affrontare.
Il mio piccolo bilancio annuale mi ha permesso di individuare in parte il mio nemico, che è fatto di manifestazioni varie e differenti tra loro. Il lavoro è in atto e sarà ancora lungo, ma questo permette di definire degli obiettivi e dei target personali, per il prossimo anno/anni. A cui seguiranno altri bilanci.

Scusate la lunghezza del post e la condivisione dell'esperienza, che possono annoiare la maggior parte di voi, ma trovo che un percorso impervio e difficile, come quello del trading ( alla stregua di altre discipline), fatto e sopportato in gruppo, possa risultare meno duro da affrontare.

Sono curioso di sentire le considerazioni e le esperienze di altri compagni di avventura.
Buon Anno
Gavi
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4748

  • Alessandro
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Amo quest'uomo! :-)

Pensate che ho una sua fotografia sul comodino e con la quale mi ci confido tutte le sere. Da grande voglio essere così! :-)

Scherzi a parte, complimenti per il post e con la sincerità con la quale ti sei esposto.

L'aspetto psicologico è senza dubbio la parte preponderante nel determinare la riuscita o meno di un trade, e questo lo si evince in ogni libro o articolo che tratti di trading.
Ma all'enunciazione deve far seguito un duro lavoro su noi stessi che non sempre, per incapacità o mancanza di volontà, si tramuta in risultato positivo. Spesso non si riesce a capire dov'è il lato negativo della nostra psicologia di trader e si continua a cercare magari nell'analisi tecnica o altro soluzioni al problema.

Per quel che mi riguarda, non riesco a far correre i profitti, ma ho fatto progressi con gli stop, nemico di sempre (è dura ammettere di aver sbagliato).

Il lavoro che sto' facendo è ancora scarso, e troppo dovrò fare se vorrò intraprendere questa professione con serietà e continuità.

Il mio lavoro attuale, grande angoscia, che come dice Gavino, ti porta a cercare nel trading la rispota al male, in realtà ti induce ad accelerare un processo che merita più pazienza e lavoro certosino.

Da quando ho iniziato con denaro reale (aprile di quest'anno) sono in saldo negativo, ma sopravvissuto al maremoto dei mercati, e per un marinaio appena imbarcato è gia un traguardo, dal quale ripartire e proseguire nel percorso di formazione.

E grazie anche a questa community, dove ci sono persone pronte a mettersi in gioco e a dar manforte agli altri, soprattutto le persone più esperte che però non si risparmiano in consigli o altro. Quindi mi sento di ringraziare e salutare Gavino, bella persona oltre che grande trader, Vittorio, il nostro guru Luca e tutti gli altri che non nomino per brevità ma che comunque sono sempre presenti.

Augurando a tutti un 2012 sereno, vi saluto.

Alessandro
Alessandro
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4751

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Caro Ale, mi fai morire dalle risate!!!
Ma non esagerare, altrimenti qualcuno può pensare che ti ho pagato!

Faccio i miei bravi errori con tanto di operazioni in rosso, sicuramente meno rispetto a qualche mese fa, ma c'è da lavorare duro come sempre. Giustamente ognuno deve misurare le proprie capacità e i propri progressi su sé stesso, e non confrontandosi con altri.
La questione aspetto psicologico o tecnica, secondo me è un falso problema, nel senso che dietro ogni nostra azione c'è un attività mentale di fondo, come riflessione, pensiero, analisi, accompagnate da aspettative, legate allo spettro delle emozioni che possiamo esprimere (rivalsa, incertezza, sfiducia, entusiasmo, ecc.).
Un mancato rispetto dello stop, la deroga di un elemento di un setup, entrare in posizione prima di avere un segnale grafico o uscire troppo presto dal trade, sono fenomeni che racchiudono tecnica e aspetto mentale. E' una prerogativa umana quella di sezionare le cose e analizzarle a compartimenti stagni. Ma un gesto, un azione, una performance racchiude in sé tutto.
E voler agire solo su un aspetto sarà un azione che avrà sempre una percentuale di incompletezza. Voler lavorare sulla mente senza migliorare la conoscenza tecnica è assolutamente inutile.

Il lavoro duro a cui fai riferimento, Ale è inevitabile, se si vogliono superare dei periodi di empasse.
Ed è così per tutti.
Poi si può sindacare sul fatto che si sono fatti corsi di scarso livello o studiato libri che non hanno portato quelle conoscenze necessarie per fare dei passi avanti, o che l'aspetto caratteriale determina un percorso più veloce per qualcuno rispetto a qualcun altro.
Ma non ha rilevanza. Quello che conta è la voglia di crescere, di accettare di imparare dai propri errori, e avere l'umiltà di fare un passo indietro quando si finisce in un vicolo cieco.


Grazie del tuo punto d vista.
Gavi
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4752

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Ciao a tutti e buon anno !!!

Prendo spunto dai vostri post qui e sopra e dico la mia :-)
Prima di tutto, quando ho incominciato la strada del trading,mi era stato presentato tutto molto piu facile e veloce (a mo di macchina da soldi)..fatto solo per vendere corsi!! Diciam che mi ero un po' illuso di potermi licenziare e poter vivere con un conto da 5000 $ :-) :-)

Il secondo problema fu che,non riuscivo a tagliar le perdite ,ossia non volevo ammettere di aver avuto torto!!..durante questo 2011 sono riuscito a risolvere abbastanza bene questo difetto accettando gli stop SERENAMENTE,come parte dell'attivita' di trading!!

Facendo pero' un bilancio del 2011 mi accorgo che adesso il problema e' lasciar correre i gain!! Fattore che gia mi era balzato all'occhio tempo a dietro ,quando il fatto di aver un'operazione in gain ma non ancora a target mi procurava non poca agitazione!! molto di piu che avere un trade in loss!!

Quindi (almeno x me ) l'obiettivo per il 2012 sara' raggiungere un tranquillita' tale da gestire serenamente le operazioni che vanno bene ,senza" scordarsi"di stoppare quelle che vanno male!!

Per fare questo sono pienamente in accordo con quello che dice Gav...ossia che e' necessaria una tranquillita' mentale!!
E la tranquillita' mentale ,secondo me,la si raggiunge anche cercando di essere piu ordinati come condotta di vita ,e questa e' una pecca che devo assolutamente migliorare....piu ordine su tutto !! :-)

grazie 1000 della vostra collaborazione e alla prossima...

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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4759

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Grazie Vittorio per la tua testimonianza.
Stavo riflettendo alle tue considerazioni oltre a quelle di Ale.

Molti scrivono che il Trading si regge su tre pilastri:
Atteggiamento mentale, Tecnica Operativa e Risk Management

L'atteggiamento mentale mi è sempre parsa una definizione un po' aleatoria o impalpabile, o quantomeno difficilmente misurabile o trasferibile. Anche se poi da questa dipendono la corretta applicazione degli altri 2 campi: la gestione del proprio conto e il corretto approccio operativo.

Il tener conto delle proprie operazioni è un ottimo strumento, che permette di avere coscienza di quello che si è fatto, di scoprire che tipo di errori tendiamo a fare.
Un altro strumento è il trading plan, ovvero la pianificazione dell'operazione in cui si si definisce a priori ingresso, stop e target eventuali piani B, C o D, in caso si presentino diverse situazioni per le quali avremo già pianificato gli aggiustamenti o le contromosse più idonee.
Queste due pratiche unite a motivazione e attenzione, sono secondo molti autori, i mezzi per poter superare i nostri limiti e migliorare nel trading.
E posso confermare dalla mia esperienza, per quello che vale, che sono strumenti molto validi.

Quando leggevo in vari libri, della motivazione, mi chiedevo se questa fosse parte di quell'atteggiamento mentale, o invece fosse più riconducibile ad una forma di energia che ci alimenta e ci fa sopportare fallimenti, errori, e periodi di scarso successo, fino a portare un individuo a raggiungere i suoi obiettivi. Non ha molta importanza ai fini pratici, ma la curiosità rimane.

L'attenzione o concentrazione è il fuoco che permette a quella motivazione, di tradursi in pratica. Un grossa concentrazione e un attenzione dei minimi dettagli, così come del disegno globale, permette di conseguire gli obiettivi che si sono prefissati. Questi due aspetti sono essenziali per qualsiasi disciplina si voglia apprendere o padroneggiare. Ma per poter esprimere attenzione o sviluppare un concentrazione molto elevata è necessaria una condizione di fondo essenziale.

Quello che non sapevo fino a qualche giorno fa (vedi le coincidenze!), è che l'attenzione e la concentrazione è sviluppata in un area del cervello del lobo pre-frontale dell'emisfero sinistro. Se viviamo un attività sotto stress, sotto l'influenza della paura, dell'incertezza, della disperazione e di altri stati d'animo negativi, si produce un ormone (il cortisolo), nella parte più interna del cervello, che di fatto sottrae irrorazione sanguigna all'area cerebrale deputata all'attenzione, la percezione e la concentrazione.
Uno stato di serenità, tranquillità, fiducia, armonia interna, viceversa potenzia l'attività di quell'area aumentando le nostre capacità percettive. Questo stato è quello che ci permette di crescere, in quanto i nostri limiti vengono allargati.
Questa è la condizione di fondo necessaria.

Non ricordo più chi, ho sentito dire, che quando era al monitor e sentiva crescere in lui rabbia, contrarietà, o altre emozioni di questo tipo, spegneva immediatamente il computer. Per aver tempo di calmarsi e recuperare la serenità.

Quando Vittorio parla di riuscire a mettere lo stop serenamente, testimonia proprio questo processo fisiologico. O quando dicevo che quando ero sotto stress sbagliavo il timing di ingressi ed uscite, percependo una realtà che era tutta nella mia testa, ecco che la spiegazione.

Ovviamente in uno scambio di post non si può scrivere e completare l'argomento, sui quali esistono molti testi. Ci sono indicazioni, sul linguaggio da usare, sulla postura da assumere, sulle domande che dobbiamo porci, sulla respirazione, sulla gestione delle tensioni e della pressione, etc. etc.

Una cosa che ignoro e che non saprei come aiutare, è il come far correre i profitti.
Quando iniziai a fare trading, un po' di anni fa, ovviamente facevo tutti gli errori possibili immaginabili. Durante il periodo della bolla dei titoli legati a Internet e alla tecnologia ricordo che uscivo dalle operazioni e dopo qualche seduta mi mangiavo le mani, perchè l'operazione avrebbe reso profitti X-volte superiori, mentre io avevo fatto % minime. Poi smisi di fare trading per qualche anno.
Quando ho ricominciato 2-3 anni fa, con le opzioni prima, e poi con le commodities, mi sono accorto che questo problema era sparito da sé. A volte succede il contrario, che non liquido e mi faccio rimangiare il profitto! Non ci facciamo mancare nulla. :woohoo:

Non so se è qualcosa legato all'analisi dei grafici, sul concetto del profitto in termini simbolici e non monetari, o a qualcosa legato alla sfera interiore, o a una combinazione di questi. Ci penso spesso, e sinceramente non trovo una risposta univoca.
Volendo non saprei come aiutare su questo aspetto.
A naso mi viene da suggerire che la cosa più utile per arrivare a far correre i profitti è avere un piano di trading ben costruito, e utilizzare capitali molto bassi.
Ma è un suggerimento che mi viene dalla logica, e non direttamente dall'esperienza. Sorry!

Peace and Love! ..... and Trading!
Gavi
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4760

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Ciao a voi, sono Giuseppe.
Non intervengo molto in community (per colpa del mio carattere da eremita...) ma vi seguo sempre. Leggendo questo post ho rivisto me stesso come in uno specchio. L'esperienza di Gavino nella bolla delle dot.com italiane (su Mondo TV terminai all'epoca la mia prima esperienza di trading che da pochi mesi avevo intrapreso). Da quattro anni trado opzioni dopo aver seguito corsi spazzatura e letto libri spazzatura sull'argomento (risultati iniziali: primi due mesi +300%, nei due mesi successivi azzeramento del conto... pensate: strangle e iron su titoli farmaceutici, che a pensarci adesso mi viene da ridere... ma da ridere...). Poi, altra fase, inizio di studio e corsi (quelli "Giusti".. eh eh) più mirati e professionali... Nuovo approccio ma senza un gran money management. Risultati: primo anno +300% (un'altra volta!) secondo anno: +20%, terzo anno (quest'anno) fino ad Agosto ancora positivo e poi (con l'eccessivo aumento di volatilità dei mercati) -50%!!!. "Depressione". "Autoanalisi". Voglia di riposo e "Distacco". Le cause le ho esaminate e trovate tutte in questo post: voglia di riscatto dalla realtà di un lavoro al quale sono assuefatto e poco interessato, voglia di vivere di trading (un mito che non riesco ad estripare dalla mente...). Di qui la tensione al risultato, il "sovrallenamento", in continua lotta contro la curvatura del gamma o contro la vola.... Ma chi me lo fa fare se non la grande passione per questa materia?
E i problemi (malgrado le tante cose apprese) ci sono tutti: difficoltà a seguire un sistema, di mettere lo stop, di uscire dalle posizioni in profitto. Non ci sono giuste ricette. E pensiamo anche al fatto che neanche dei sistemi più collaudati ci si può affidare, in quanto prima di decidere di non usarlo più, la parabola discendente della sua equity (falsi segnali compresi) può ridurre di molto il conto.
Rimedio: portafoglio composto da più sistemi non correlati tra loro, ogni sistema opera su strumenti il meno correlati possibile (o con correlazioni sfruttabili)... Ma bisogna avere una buona capitalizzazione...
Dobbiamo cercare nel mare dei dati queste correlazioni/non correlazioni, testarli, avere il coraggio di applicarli. Se applichi uno più sistemi automatici/semiautomatici, stai più tranquillo. E puoi permetterti di non patire per uno stop, di decidere con strumenti un pò più tecnici quando prendere profitto.... forse.
Tra l'altro, io sono abbastanza d'accordo con il concetto espresso da vari autori secondo cui i dati a ns. disposizione (che pure sono tanti... pensate a tutti i tick di ogni strumento quotato nel mondo dall'inizio ad oggi) non sono abbastanza. Il campione è troppo piccolo (dal punto di vista prettamente matematico) per poter trarre delle conclusioni certe. Di qui il problema della valutazione del premio delle opzioni (ad es.). La stima della deviazione standard fatto con il presupposto della "normale" vacilla (e molto). Se si rielaborassero i calcoli con i presupposti della matematica del caos (Lorenz) non ci siamo proprio.... ecc.ecc.
Scusate lo sfogo e la lungaggine. Mi sento come voi. Forse sono anche al vs stesso punto del cammino psicologico del trader. Ho consapevolezza del nemico... ed è molto il lavoro da fare.
Ma ho la passione, come voi.
Continuiamo pure a nuotare nel mare delle incertezze statistiche e giochiamoci i ns soldi... (io la vedo così).. perchè forse la terraferma è in vista.
Buon trading a tutti
"Se le tendenze dell'animo si offuscano e se l'ottimismo spontaneo svanisce, lasciandoci dipendere solo da una speranza matematica, l'intraprendenza illanguidisce e muore"
John Maynard Keynes
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4772

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Giuseppe Grazie della tua risposta!

Non credere che sei l'unico eremita o lettore silente, ce ne sono decine!
Ma è normale. Il trading mette allo scoperto le nostre debolezze e la nostra personalità. Ed esporsi al pubblico, di persone per lo più mai incontrate lo è ancora di più.

Da quello che scrivi, vedo che il ventaglio di esperienze fatte in questi anni, dovrebbe aver già dato delle indicazioni. Un operazione può essere baciata dalla fortuna, ma fortuna e sfortuna si compensano alla lunga, ma fare un 300% su un account da indicazioni valide su cui lavorare per il futuro.
Le fasi di mercato cambiano e le strategie non rispondono con gli stessi risultati. A volte cambiano aspetti del mercato (vedi il com portamento della Iv in occasione delle trimestrali) per cui salta completamente una strategia.

Ma il consultivo di fine anno, il bilancio e il confronto tra noi, è un passo importante per cercare di modificare l'operatività futura, proprio per ridurre certi errori.

Spero che questo tipo di testimonianze possa continuare e approfondirsi, perchè questi sono temi, dove si può davvero definire un cambio di approccio, che nel medio-lungo periodo può permetterci di continuare ad operare.
Che è il primo comandamento del Trader! :pinch:
Gavi
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4775

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Ti ringrazio io per la risposta, caro Gavino.

Vediamo cosa ho capito, allora, dalla mia esperienza, facendo riferimento soprattutto alle opzioni.
1) non ci si può specializzare su un solo stile di trading (direzionale, non direzionale, breakout, di volatilità, ecc...) perchè il comportamento dei mercati cambia nel tempo
1a) non si può tradare sempre e solo uno strumento/mercato sempre nello stesso modo (non è più tempo di costruire portafogli di iron....)
2) bisogna integrare, almeno, non direzionale e breakout a difesa (è per questo che il sistema sulle valute di Luca l'ho apprezzato da subito).
3) Cercare le correlazioni intramarket e intermarket
4) mettere gli stop
... insomma diversificazione e money management...
Ma queste cose le sappiamo da tempo. E' applicarle che è difficile essenzialmente per due/tre motivi:
1) poca disponibilità di dati a buon prezzo. Per valutare un sistema che coinvolge le opzioni dobbiamo simulare la vola nel passato... è un lavoro quasi completamente manuale (ricordate il gruppo sugli iron?).. non per niente ho comprato il sistema EUR/USD con le opzioni (Luca, dopo aver elaborato i dati, l'ha monitorato per quasi un anno prima di presentarlo)
2) la fretta di ottenere risultati... che porta a scegliere operatività più speculative che ci tolgono il tempo per la ricerca vera e propria
3) pigrizia... mancanza di idee... (eh si... è forte la tendenza a copiare dagli innumerevoli autori/trader in giro, piuttosto che partorire idee originali da testare)
Quindi il bivio vero è:
Metter su i ns begli iron o calendar (SBECS, LECS,...), usare le stagionalità, le commodities e quant'altro senza nessuno schema generale o costrutto alle spalle? Oppure creare ed usare uno o più trading system che ci restituiscano un portafoglio adattivo alle mutevoli condizioni del/dei mercati? (

Insomma, quello che ho capito (e meno male che non ho rasato il conto una terza volta nella mia vita per capirlo) è che voglio un'equity line più dolce... ho individuato precisamente (dal punto di vista psicologico) la mia soglia di rischio.. Ed è questo che conta per il trader. Solo dopo può scegliere cosa fare, quanto capitale iniziale gli serve. Solo dopo può avere una minima idea del tempo che ci vuole per raggiungere certi risultati. Solo allora potrà decidere se imparare quest'arte o mestiere valga la pena.

Inoltre, oggigiorno, il trader ha la possibilità di ottenere quasi tutto quello che vuole in termini di formazione e, soprattutto, può farsi scrivere i codici a pagamento (se non sa programmare...) e testare le proprie idee, sempre che l'abbia.

Infine, possiamo imparare a tradare tanti tipi di strumenti finanziari in diversi mercati (continuare a fare quello che stiamo già facendo, per esempio) e non avere la benchè minima idea di dove stia andando la ns equity line a meno che le ns operazioni siano legate tra loro dal monitoraggio delle singole equity, in termini di correlazione e di bilanciamento all'interno del portafoglio stesso, in modo che esso si adatti alle ns tolleranze psicologiche ed ai ns obiettivi di lungo termine.

Mi rendo conto di aver aver detto cose risapute e mi scuso se vi ho annoiato... ma ritengo che pochi stiano elaborando sistemi e li stiano testando. Ovviamente non mi riferisco a voi ragazzi delle community che intervenite spesso e ci offrite sempre nuovi spunti.

A presto
"Se le tendenze dell'animo si offuscano e se l'ottimismo spontaneo svanisce, lasciandoci dipendere solo da una speranza matematica, l'intraprendenza illanguidisce e muore"
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4784

  • Mimmo
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Fare un bilancio a fine anno ci fa riflettere sugli eventi trascorsi e forse li possiamo vedere con freddezza e distacco. Io ho iniziato ad operare con denaro reale ad Aprile dopo un periodo di studio individuale in una materia che mi ero avvicinato in punta di piedi circa 4 anni fa. Dopo aver fatto dei corsi e dei coaching con Luca ho iniziato ad avere una certa dimestichezza con le varie strategie. Bilancio negativo con riduzione del conto, non drammatico, circa il 10%, fino a settembre. Recupero nell'ultima parte dell'anno con bilancio praticamente in pari. A mente fredda devo dire che forse il mio principale problema mentale è rispettare lo stop. Questo mi ha fatto subire la perdita maggiore ad Agosto che ha un po' compromesso il bilancio finale. Accettare di tagliare le perdite penso che sia la cosa più importante per un trader all'inizio della sua esperienza e credo che lavorerò molto in questo nuovo anno su questo tema. L'altro tema è far correre i profitti. In questo caso credo che dipenda dagli obiettivi che uno si pone prima di aprire una posizione. Il 50 % di profit può essere un valido motivo per chiudere una posizione, ma questo dipende dal size. Una grossa posizione ti può far raggiungere un discreto gain in poco tempo e quindi è difficile restare in posizione nonostante grafici e scenari ti dicano di rimanere. Per cui credo che come in tutte le cose solo l'esperienza ti può aiutare ad essere più tranquillo e ad analizzare la situazione con distacco. Infine penso che una community come la nostra dove si riesce ad affrontare le varie problematiche in real time è fondamentale a farti evitare di essere troppo frettoloso e magari troppo sicuro e spavaldo. Almeno un dubbio bisogna insinuarlo.

Un saluti a tutti
Mimmo:lol: :lol: :lol:
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Re: Bilanci 12 Anni 4 Mesi fa #4785

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Caro Giuseppe, vedo che c'è una buona convergenza sul fatto che la diversificazione e il money management siano due basi indispensabili per poter sopravvivere nel mondo del trading.

Come dici tu è che in teoria sono cose che sappiamo tutti ma che non si riesce ad applicare come vorremmo.
E' li che entra in campo l'aspetto mentale, il "nemico" di cui sopra.
E' l'aspetto che per molti trader rappresenta la componente più determinante per avere successo in modo costante e regolare.

I trading system possono essere un grosso aiuto. Siano essi utilizzati per avere dei filtri sui segnali, che per coprire tutta l'operatività : entrate e uscite, risk management.

Ma per costruire la serie di Trading system con cui affrontare il mercato presuppone la codifica di regole e una conoscenza dei mercati e dei suoi meccanismi almeno sufficiente, per non dire buona, ma si presuppone che lo studio delle serie storiche porti a colmare le lacune.
Arrivare a stabilire delle regole di ingresso e di uscita, oltre alle regole di gestione e al capitale da impiegare, sono le basi per scrivere un trading system, ma possono essere sufficienti per un trader discrezionale che abbia raggiunto una buona disciplina per poter applicare le conoscenze, frutto di tanto studio e pratica.

Sicuramente i trading system sono necessari per verificare se un idea possa avere delle chances di successo, e sono necessari per avere dei segnali che implicano calcoli complessi e o l'affiancamento di filtri su diverse variabili.
O servire a cercare titoli che soddisfino determinati parametri, tra i 3000 presenti nei vari listini azionari (se si volesse lavorare con i titoli azionari), lavoro che fatto manualmente sarebbe alquanto improponibile.

Ma sia i TS, che le regole che il trader discrezionale si da e segue, sono una semplificazione della realtà nel senso che operano al verificarsi di certe condizioni, quelle decise da loro o quantomeno applicate tout-court (se frutto del lavoro di altri). Funzionano proprio perchè si è semplificato qualcosa che per sua natura è complesso. Ma la realtà è mutevole, e il trader dovrà trovare il modo di adattare la sua operatività o i suoi TS, nel tempo.

L'accoppiamento di diversi TS, che puntano su logiche diverse, va nella direzione della diversificazione e alla compensazione dei rendimenti quando uno attraversa delle fasi di draw down.

Faccio un esempio personale che riguarda gli Iron Condor (con i quali ho una certa familiarità)
Si consideri
1- l'impiego di sottostanti poco correlati tra loro(GLD, FXE, RUT, /ES, AAPL, /ZC, etc. etc.)
2- scalarità degli ingressi (entrate ogni 10 -15 gg per esempio)
3- impiego di scadenze diverse (da 1 gg a 90 - 120 gg)
4- sfruttamento di dati di mercato (trimestrali, scadenze, report, news)
5- utilizzo di tipi di opzioni diverse (monthly/weekly)
6- filtri tecnici (analisi tecnica, open interest, specifiche del titolo)


Nell'ultimo anno ho sempre avuto Iron Condor in portafoglio (tranne un paio di settimane a settembre scorso) e che hanno portato profitto nel 90% circa dei casi, considerando ovviamente gli aggiustamenti, nonostante un annata che non si può dire sia stato di congestione o lateralità.

Questo per enfatizzare e sottolineare l'importanza della diversificazione, anche in seno ad una strategia semplice con quella degli Iron Condor (esistono trader che fanno solo Iron Condor su un solo titolo, con successo).

E non voglio dire che sia sano o auspicabile seguire una sola operatività. Sono convinto, come Giuseppe, della necessità di affiancare operatività direzionale a non direzionale, entrambe diversificate , lavorare su mercati diversi, cercando di trovare quel giusto mix, che permetta di crescere e raggiungere i risultati prefissati.

Azzardo a dire che anche l'operatività meccanica dei TS possa essere affiancata a operatività discrezionale. Non dico che debba essere un "must", perchè ognuno di noi è diverso, ha il tempo che ha per operare sui mercati e ha obiettivi differenti.
Dico che ognuno dei due ambiti, Discrezionale e Trading meccanico ha pro e contro e i vantaggi dell'uno sono d'aiuto nel limitare gli svantaggi dell'altro e viceversa.
Solo un paio di esempi molto elementari per spiegarmi meglio e poi chiudo, lo prometto!
Utilizzare i TS ha il vantaggio che permette di subire meno pressione dai mercati, di aver un sostegno nell'applicazione delle regole, ma ha l'inconveniente, che alcune metodologie di trading sono molto difficili da tradurre in codici, per dirne uno. L'attività discrezionale dalla sua, ha di sviluppare nell'operatore una sensibilità e un intuito, che vengono dalla pratica al monitor, ma al tempo stesso di determinare una pressione nelle fasi di in cui il trader e il mercato sono "sfasati".

Se ho detto qualche inesattezza sui TS, non me ne vogliano i "sistemisti", ma è l'idea che mi sono fatto leggendo e studiando testi e parlando con chi fa TS. Conto di colmare le lacune facendo il corso del 21, e cominciando a sbattere il muso su codici, serie storiche e software in seguito. :S

Buonanotte.
Gavi
Ringraziano per il messaggio: ottodue

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